"Si fa."

Milano - 8 febbraio.
Sono momenti di febbrili trattative, in pieno fervore controcorrente alla stressante crisi più volte trasmessa dai TG, dietro le vetrate della Torre Bassa si stanno consumando carteggi, riunioni di budget, brainstorming full time: il Management Brinsky Racing al completo, in riunione - quasi sotto assedio - con gli sponsor della Russo Racing..
Nessuno ha ancora capito il motivo, l'abbocco avviene il giorno prima, davati il consueto coffee break delle 15.21, quando sul Lumia arriva una e-email di particolare attenzione, quasi sofferente: l'Organizzazione sta cercando di salvare una posizione di campionato, rimasta scoperta: una scuderia risulta inadempiente. Gli sponsor sono sul piede di guerra, e in ballo ci sono fantamilioni che non si sa che fine faranno, destinati a un fondo perdite che nessuno vuole prendere in considerazione.
Si fa buio, i neon accesi fino a tarda ora non presagiscono nulla di buono. A tratti si sente la macchinetta del caffè macinare una raffica di chicchi, per schiarire le idee ai brainstormers, si apre un ascensore, vuoto, passato di lì per caso, nessuno l'aveva chiamato... lo specchio riflette le facce stanche, uno scambio di sguardi sullo specchio in fondo l'ascensore, qualcosa cambia... ma nessuno dice niente. Chi prende il caffè e lo ingurgita così com'è sceso, chi invece consuma la palettina nel bicchierino cercando di sciogliere anche lo zucchero che non c'è... L'ascensore si richiude. Silenzio, solo il rumore delle macchinette.
Si ritorna in riunione. Nessuno sa più cosa dire. Facce stanche, fogli pinzati con dentro un po' di tutto, budget, statistiche, grafici sparsi sul tavolo. Solo un pacchetto di fogli è ancora là nell'angolo... il contratto.
E' il momento... il "siùr" Brisky si volta, volta le spalle a tutti... si affaccia al vetro, guarda fuori nel vuoto, nel buio, fissa un punto indefinito dello skyline milanese, e guarda dal vetro le facce dietro di lui che lo osservano. Si volta.
"Si fa." l'unica frase detta in tutta la giornata.