FIFO

Fast In Fast Out. Rubo e storpio l’acronimo diffusamente impiegato nell’indicare un criterio di gestione degli accodamenti (First In First Out) per raffigurare lo spirito convulso e performante che da sempre è il concetto fondamentale delle soste ai box in F1. Una frenesia organizzata di gesti sincroni a realizzare un fenomeno che in pochi istanti mostra preparazione, rapidità, precisione, freddezza e forza di un’equipe. Ma allo stesso tempo è un fattore fragile e delicato, che in un batter di ciglia può andare in crisi, diventare caotico e turbolento mandando a rotoli l’intera prestazione, e non solo del gruppo di meccanici, ma anche del pilota e della squadra in toto.

È per questo che ho appoggiato fin da subito la nuova introduzione dell’elemento box nella composizione dei punteggi dei nostri FantaGP, si tratta infatti di una componente imprescindibile di questo sport che può facilmente indirizzare tanto verso un risultato brillante quanto verso uno mediocre o anche disastroso.

Quindi bene, una buona fanta-aggiunta e non una complicazione regolamentare cervellotica e fine a se stessa. E mi pare che della mia stessa opinione sia stata anche la maggior parte dei partecipanti ai vari campionati. Ma da qui sorge un’altra questione: alla luce dei risultati, sarà stata correttamente pesata l’influenza del box sul punteggio complessivo di un Fanta-Team e del singolo pilota? Non si è forse sminuita la prestazione sudata in pista dai piloti ed esaltata quella del gruppo di meccanici addetti al pit? Ed i costi alla base d’asta? Ed i coefficienti di pista che pesano quanto un motore o qualsiasi altro elemento?

A naso la discussione si presenta lunga e ricca di spunti da esaminare. Certo è che, in quanto novità, va assimilata per bene e capita a fondo per scegliere in che direzione orientare l’eventuale cambiamento correttivo rispetto allo stato in essere.

In qualità possessore del box Ferrari, che con le migliori prestazioni viste finora ha significativamente contribuito al conseguimento delle prime due vittorie consecutive, posso osservare che il nuovo elemento ha di certo scompigliato le carte in tavola, obbligando tutti a calibrare daccapo le considerazioni su tutti i fronti, investimenti iniziali compresi. Col senno di poi è facile argomentare, lo sappiamo, ma consentitemi di dire che quei pesantissimi 31 crediti d’asta spesi per prendere questo benedetto box Ferrari (che come già detto nemmeno volevo) a conti fatti sono finora il miglior esborso (che ancora ritengo molto salato) sostenuto per costruire il mio team. C’è anche da dire che non solo grazie al contributo del miglior box io abbai potuto vincere la prima gara e mettere due macchine a podio nella seconda, perché non si può confutare il fatto che senza elementi concreti, che finiscono le gare e si piazzano tutti nella top 7, e senza gli accorgimenti e le strategie giuste, non avrei in alcun modo potuto ottenere tutto quello che è arrivato. Giusto per precisare.

Alessandro
Team Bielle Roventi
Campionato Senna