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giovedì 28 luglio 2011

GP d'Ungheria

A soli sette giorni dal Gran Premio di Germania, la F1 riaccende i motori per il Gran Premio d’Ungheria, che si disputerà sul circuito dell’Hungaroring situato ad una ventina di chilometri dalla capitale Budapest.

Il circuito è caratterizzato dalla breve lunghezza e dalla tortuosità. L’unico vero rettilineo è quello del traguardo, lungo poco meno di ottocento metri, per il resto è tutto un complesso di curve e tornanti da affrontare a velocità piuttosto bassa e senza grosse frenate e staccate che impegnino i piloti e le vetture. Questo rende praticamente impossibili i sorpassi e anche l’uso del DRS non potrà migliorare di molto la situazione, considerando il fatto che inspiegabilmente la FIA ha deciso per una sola zona DRS in questa gara, al contrario di quanto stabilito per il GP del Canada e il GP d’Europa. L’uso dell’ala mobile infatti sarà consentito solo sul rettilineo del traguardo con rilevamento del distacco alla curva 14. La configurazione della pista è rimasta pressappoco inalterata fino al 2003 quando furono apportate delle modifiche per allungare il rettilineo di partenza e modificare le ultime curve. Le modifiche apportate non hanno comunque stravolto il disegno originale del tracciato, caratterizzato anche da una sede stradale abbastanza stretta. Un’altra delle caratteristiche della pista, purtroppo negativa anche questa, è rappresentata dalla polvere e dallo sporco che sono perennemente depositate sul manto stradale, anche perchè questo è un tracciato utilizzato davvero molto poco durante l'anno: tutto ciò rende il circuito molto abrasivo e mette a dura prova gli pneumatici.

Novità degli ultimi giorni è il fatto che si è tornato a parlare della possibilità di ripristinare delle sessioni di test durante la stagione, per la gioia della Ferrari che ne chiede da anni il ritorno, a partire dal prossimo anno. Credo che ci si possa tranquillamente ispirare al motomondiale, dove in alcuni circuiti vengono effettuate sessioni di test il lunedì successivo alle gare consentendo in questo modo notevoli risparmi. E’ assurdo che la Formula 1 sia di fatto l’unico sport professionistico in cui sono vietati gli allenamenti, subordinando i dati della pista e le sensazioni del pilota a quelli dei computer e dei simulatori.

Sergio
team Shadow

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