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giovedì 28 luglio 2016

MERCEDES ÜBER ALLES



Dirò un sacco di ovvietà, ma è una cosa che mi serve fare. Mi serve perché magari, in questo modo, la finisco di cascare in continuazione nella trappola giornalistica dell’illusione che nel mondiale di F1 possa esserci una competizione serrata tra i top team o, se non altro, che esista un barlume di possibilità che la differenza di prestazione possa man mano assottigliarsi. Le dichiarazioni pre e post gara, le interpretazioni e le analisi degli specialisti e dei media puntano a tenere vivo l’interesse per un campionato che, in maniera lampante già dalla fine del precedente, non avrebbe avuto storia. Ma questo è il loro lavoro, ed è l’orticello da cui traggono nutrimento per sopravvivere. Ai media serve creare quell’illusione, nutrire la speranza. Per loro è vitale. A loro è funzionale irretire lo spettatore, per assicurarsi la permanenza di una sufficiente platea di sostentamento.

Ma la limpida verità è che la Mercedes è imprendibile, straordinariamente fuori portata; assistiamo in continuazione e su ogni differente tracciato, a tutte gare senza gara. Una superiorità palesata da quelle due auto in tutti i settori, nessun aspetto risulta deficitario e attaccabile.

L’unità motrice rappresenta fin dall’esordio il riferimento assoluto ed irraggiungibile della categoria, sai per prestazioni che per livello tecnologico, realizzato grazie ad un budget - definito da chi ne sa – come “colossale”, con un anticipo progettuale e di sviluppo rispetto ai concorrenti, volendo essere clementi, un po’ sospetto, ma che io preferisco definire un po’ vergognoso. Il telaio e la dinamica del veicolo rasentano la perfezione: grande efficienza aerodinamica, esemplare equilibrio meccanico, non stressa le gomme e permette di non dover ricercare una limitatissima finestra di funzionamento termico ottimale per le coperture, come accade invece per altri. Con qualsiasi mescola.

Da casa non si percepisce, ma i piloti vanno talmente di conserva (fatte le dovute proporzioni in considerazione del fatto che pur sempre di competizione si sta parlando) che alla bisogna, anche a pneumatici teoricamente stanchi, possono permettersi di aprire gap con una certa facilità e, a seconda dell’umore di giornata, anche eliminarsi a vicenda senza mai correre il rischio di perdere la testa in nessuna delle classifiche iridate. E questo tutto sommato mi va anche bene.
Ho realizzato che raggiungerli, per gli altri, è un’impresa impossibile, sono troppo avanti. Neanche sappiamo quanto, e di certo non se ne stanno con le mani in mano.
Personalmente sono scettico anche in merito alla ventilata possibilità di annullamento del gap prestazionale che potrebbe introdursi col cambio regolamentare alle porte; i giornalisti (ovviamente) ne straparlano con immotivato entusiasmo, ma già ho dato spiegazione di come la penso sulla loro vitale necessità di ciarlare in proposito. Ammettiamo pure che forse potrebbe ridursi un pochino, questo benedetto divario, ma io sono estremamente convinto che i "tedeschi" (che però hanno tutte LE sedi del team fortemente radicate in Inghilterra) resteranno ancora saldamente davanti a tutti… con margine.

Alessandro
Team Bielle Roventi
Campionato Senna

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