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giovedì 30 giugno 2016

FIGHT THE POWER!

In occasione dello scorso GP di F1 d’Europa (?!) in Azerbaigian ho portato a compimento una mia personalissima azione di protesta nei confronti del dorato mondo del nostro amato Circus. Ben conscio dell’assoluta inutilità del mio singolo sciopero da tifoso e della sua praticamente totale non rilevabilità dall’attenzione di chicchessia, per coerenza e per rispetto del mio amor proprio di tifoso del motorsport, ho comunque voluto non assistere alla diretta della gara.
A cosa si deve questa mia donchisciottesca azione di dissenso? Ora ve lo spiego.
È arcinoto ormai che nel corso del 2015 il pilota della Force India, Nico Hulkemberg, ha preso parte alla 24 Ore di Le Mans e che, dopo mesi di meticolosa preparazione e con il beneplacito del suo team di F1, ha fatto parte dell’equipaggio che è risultato vincente nella categoria LMP1, ovvero la massima espressione tecnologica e prestazionale dei veicoli per le gare di durata.
Sudore, gruppo e gloria
La sua partecipazione ha rinverdito l’usanza, molto praticata in passato da parte dei piloti impegnati nel mondiale di F1, di competere nella super classica dell’edurance.
Si ricorderà come la vicenda abbia avuto molto risalto, suscitando clamore e un certo entusiasmo tra gli appassionati di corse, un po’ come succede sempre per le vittorie di un esordiente, e un po’ per la disabitudine di vedere un pilota di F1 fare altro durante la “sua” stagione di gare. Clamore ed entusiasmo che però non hanno contagiato proprio tutti tutti nell’ambiente. No. Uno di certo non ha gradito né il clamore né la risonanza mediatica del risultato, né - credo - ha provato alcun tipo di entusiasmo. Anzi.
Lo scontento di cui sopra sarebbe il magnanimo, e mai vendicativo, Patron del Circus: Mr Ecclestone. Il Supremo. Il burattinaio. L’imperatore. Il “sarebbe” in questo caso è d’obbligo, visto che il gran manovratore è troppo scaltro per scoprirsi pubblicamente infastidito mentre prepara la propria rappresaglia. Ma se gradite, prendetela pure come una mia libera interpretazione dei fatti.
Mr. E colto in un momento di intimità
Ebbene, alla presentazione del calendario di F1 per l’anno 2016, a grande sorpresa, si è scoperta la sfortunata coincidenza di un GP con la data designata, e già ovviamente pubblicata, dello stra-classico appuntamento sul circuito de La Sarthe. Malasorte, disse qualcuno con gli occhiali tondi e i capelli bianchi a caschetto. Sta ceppa, ho pensato io, e non da solo.
Sta di fatto che una sfortunata coincidenza come quella di quest’anno era sempre stata accuratamente evitata, principalmente per non mettere in difficoltà il pubblico di appassionati e non costringerlo a dover operare delle scelte che, com’è facile prevedere, avrebbero fatto soffrire maggiormente  Le Mans che non la F1.
Sta di fatto che accidentalmente le due corse si sono sovrapposte, che il presidente FIA (che avrebbe anche autorità per risolvere la questione) ha avvallato la scelleratezza vendicativa di Mr. E, adducendo assurdità sulla necessità di scendere a compromessi tra tutti gli eventi in calendario FIA, e tacendo colpevolmente su particolari riguardanti le numerose, onerose, prolungate e rigidamente programmate fasi di avvicinamento alla 24 ore, che sono una marcia forzata a tappe che quasi non ammette flessibilità, al contrario di un weekend di F1 che può molto più facilmente essere spostato in un’altra settimana.
Tanti saluti, con affetto, Bernie
Alla fine, lo sgarro di Hulkenberg, della Porsche e del gruppo Wolksvagen tutto (che non vuole entrare in F1 ma ha ben 2 marchi impegnati nell’endurance), e dell’organizzazione del WEC non è stato perdonato.
La pur temporanea sottrazione della luce dei riflettori alla sacra creatura del Supremo è stata intollerabile. Tanto da meritare lo sfregio di venire offuscata con un GP di nuova introduzione, neanche un appuntamento su un circuito storico e fascinoso, ma disputato in un modesto cittadino dalla collocazione opinabile, in un paese dalle assenti radici motoristiche e con una denominazione geograficamente incoerente. Una ennesima sciagurata manipolazione stradale dell’amichetto architetto tedesco. Insomma, per il mio sentire di appassionato di sport motoristici sono state troppe in una volta da dover  mandare giù, e così ho detto stop. Io sciopero e diserto. Non ho guardato un solo fotogramma della gara, solo ma fiero. Tanto solitario che, i dati sugli ascolti TV, hanno di fatto premiato abbondantemente l’evento di Baku, più di altri GP già disputati in questo 2016. Avvilente.
Per ironia della sorte, la mia prima guida ha vinto inaspettatamente il FantaGP, strappandomi a tradimento un sorriso sull'espressione contrita di sdegno e rovinandomi pure la festa di protesta. Maledetto Bernie, sempre un passo avanti.

Alessandro
Team Bielle Roventi
Campionato Senna

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