Translate

giovedì 26 marzo 2015

HONDA LUNGA



Ci sono moltissimi aspetti riguardanti la rinata joint-venture tra McLaren e Honda che noi spettatori non sappiamo, non possiamo sapere e - probabilmente - non sapremo mai, ma che continuano a tenere banco tra gli appassionati e ad alimentare discussioni, rimbalzi d’opinione e rilascio di sentenze basate più sulla sensazione personale che non sulla certezza. Insomma, ognuno c’ha la sua. Niente di nuovo né di anormale, la classica querelle da Bar Sport.

Io mi sento di stare da quella parte che nutre fiducia nelle capacità e nelle risorse (indiscutibilmente notevoli) dei due partner e che guarda speranzosa allo sviluppo della stagione nella convinzione di riuscire a vedere un loro recupero di competitività che, anche se non rapido, possa animare con elementi aggiuntivi la lotta in pista per le zone più nobili.

Personalmente tendo a credere a quelle dichiarazioni rilasciate del direttivo del team secondo le quali la prestazione espressa in Australia sia stata eccessivamente sotto il livello esprimibile. Certe notizie le ho trovate convincenti e tecnicamente fondate, come quella riguardante il livello di potenza resa disponibile dalla Power Unit, volutamente tenuta prudenzialmente molto al di sotto delle sue capacità, ed in particolare il comparto elettrico, ma che nel complesso avrebbe menomato l’auto di Button di quasi 200 cv. Già queste condizioni, secondo me, sono sufficienti a riconsiderare la prestazione di Button a Melbourne: hai voglia ha tenere il passo degli altri, anzi, mi viene da complimentarmi con Piedone Perez, che pur con una PU Mercedes dietro la schiena ha dovuto smadonnare in quattro lingue per riuscire a superare il mai domo Jenson. Di fatto la velocità massima di Button in gara è stata di ben 20 km/h inferiore a quella delle velocissime (solo sul dritto) Sauber. Ma a questi fattori è doveroso aggiungerne degli altri, ad essi comunque strettamente legati e sicuramente influenti, come l’impossibilità di riuscire a far lavorare in maniera corretta le gomme che, a quanto si è appreso, con temperature di esercizio non ottimali hanno avuto una resa, in termini di grip e di consumo, davvero poco performante. In pratica si è instaurato una sorta di circolo vizioso autoalimentante a limitare il rendimento, per certi versi anche aerodinamico, della McLaren.

È comprensibile che Honda volesse cercare di accumulare il maggior numero di giri possibile e di finire la gara, i dati ricavabili da una serie così intensa di giri come quelli percorsi in un GP, rappresentano una risorsa inestimabile per il team vista la pochezza dei risultati dei test prestagionali. A quanto risulta hanno forse un po’ peccato in eccesso di prudenza, ma in assenza di certezze ritengo abbiano agito bene.


Ma a farmi ben sperare in ottica futura però ci sono anche altri aspetti trapelati dall’analisi post gara, uno su tutti quello sulla resa in pista delle diverse monoposto in termini di velocità di percorrenza in curva, visto che Button ha complessivamente ottenuto la quarta prestazione assoluta, stando dietro solo al duo Mercedes ed alla Williams di Massa, mettendosi quindi alle spalle il resto del lotto, comprese entrambe le Ferrari. Se si considera poi che Raikkonen ha girato nei suoi due stint esclusivamente su gomme soft e che aveva un passo notevole (secondo solo ad Hamilton e Rosberg), si può ritenere questo risultato della McLaren come ben più che incoraggiante. Sì perché una buona percorrenza di curva è sintomo di una certa indiscutibile salute telaistica ed aerodinamica.

Honda è un colosso industriale al pari di (se non di più) Mercedes, non lesinerà certamente in risorse per trovare quell’affidabilità necessaria a far esprimere appieno la propria Power Unit che, se libera (si dice), sia in grado di attestarsi già su potenze paragonabili (ed in certi casi persino superiori) a quelle delle altre case.
Ma come ben sappiamo, e parafrasando un vecchio spot pubblicitario: la potenza è nulla senza controllo.


La macchina sembrerebbe dunque esser nata sotto una buona stella e, risolti gli affanni di gioventù, sono sempre più convinto che McLaren-Honda - uscendo dall’ombra - potrebbe essere la più concreta compagine (tecnica, ma soprattutto economica) a potersi contrapporre con autorità alla potentissima corazzata Mercedes.


Alessandro
Team Bielle Roventi
Campionato Senna



Nessun commento: