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giovedì 6 giugno 2013

Monaco, la tradizione continua...

Montecarlo: una città-stato che fa venire in mente due cose, paradiso fiscale per miliardari e il GP di F1.
Due tradizioni che non sono ancora state completamente superate, nonostante le numerose novità per entrambi gli argomenti.
Per tornare però a quello che ci è più vicino, la F1, ogni anno di più penso se davvero ha senso correre sul circuito cittadino monegasco che, oltre ad essere la pista più corta e più lenta dell'intero circus, è anche quella dove si potrebbe scommettere fin dalle prove su chi sarà il vincitore, data la quasi certezza che chi parte dalla pole-position poi vince anche la gara.
Essendo poi abituati, in questi ultimi anni, a delle gare con un considerevole numero di sorpassi grazie sia all'ala mobile che alle particolari mescole utilizzate dalla Pirelli per i pneumatici, assistere ad una gara in cui solo pochissimi piloti azzardano sorpassi ed altrettanto pochissimi  sono portati a conclusione diventa davvero noioso.
Sinceramente noto che, ogni anno che passa, le gare a Montecarlo appaiono sempre più come una sorta di sfilata in attesa della conclusione, a meno che non accada qualche imprevisto o incidente ad animare lo svolgimento della stessa. Anche quest'anno le cose sono andate così, con un assolo di Rosberg fin dalla partenza e con il gran botto di Maldonado ad animare un po' le cose, causando l'esposizione della bandiera rossa per interrompere lo svolgimento della gara per ripristinare le barriere di protezione prima della chicane delle piscine. Fortunatamente non ci sono stati danni per i piloti, cosa senz'altro importante, ed anche le vetture coinvolte sono rimaste in numero limitato.
Poichè gli interessi intorno a questa gara sono molteplici, sia per le cifre che per le persone coinvolte, rimango dell'opinione che questo GP rimarrà ancora per moltissimi anni nel calendario della F1, nonostante stiano prendendo sempre più piede circuiti moderni come quelli disegnati dall'architetto tedesco Herman Tilke, dove confort per il pubblico e sicurezza per i piloti e gli addetti ai lavori sono tenute in ampia considerazione. Il peccato è che circuiti tradizionali, impegnativi ed avvincenti come per esempio Spa, così facendo stiano lentamente scomparendo dal calendario della F1 per diventare vecchi ricordi o solo utilizzati in occasioni o categorie particolari; purtroppo gli interessi del "padrino" della F1, Bernie Ecclestone, sono indirizzati sempre più al di fuori dell'Europa e questo porterà certamente alla nascita di nuove piste, mentre quelle tradizionali che i più vecchi appassionati ricorderanno volentieri andranno a scomparire.
Mi auguro che invece la F1 rimanga con solide basi in Europa, considerando anche il fatto che l'Europa stessa è la vera culla dove la F1 è nata e ha avuto successivamente la sua vera crescita.

Sergio
team Shadow


 

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