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martedì 26 luglio 2011

Il weekend di Nürburgring

Mi collego all'articolo di Damiano per fornire il mio punto di vista sugli eventi.

Sebastian si svegliò. Erano oramai due settimane che soffriva: asma, congiuntivite e forti mal di testa per i ripetuti starnuti. Il medico della Casanova Team Project gli diede comunque il permesso di correre in Germania ma, dopo una prima anamnesi, non riuscì a comprendere che cosa potesse causargli quell’allergia: non poteva essere polline, a Nürburgring era praticamente inverno; neppure allergia alimentare, Sebastian seguiva la stessa dieta oramai da anni. “Guarda -gli disse- la causa potrebbe essere qualsiasi cosa, ma se ti capita un altro acuto di allergia, guardati intorno: potresti trovarne la causa. Io intanto ti posso dire di provare a non usare saponi o detersivi… magari sei allergico a qualche eccipiente”.

Andò a casa e controllò i prodotti che usava: avevano tutti gli stessi ingredienti. Come fare a capire qual era quello a cui potesse essere allergico. Sopraffatto da questi dubbi decise di non fare la doccia.

Ora è venerdì mattina; bisogna scendere in pista per il Practice One; qualche giro per registrare l’assetto per la prove. Sebastian sta bene: pensa che forse questo weekend non vivrà l’incubo che dovette passare in Inghilterra quando, soffrendo per tutta la gara, dovette rinunciare alla battaglia con Fernando.

Tornando verso i box guarda sugli specchietti retrovisori; sta arrivando Lewis per il suo giro cronometrato; si sposta sulla destra prima della Schumacher; Lewis rallenta vistosamente dopo averlo passato e si piazza davanti a lui costringendolo a frenare bruscamente. Dopo qualche istante, Lewis accelera nuovamente lasciandolo con il dito alzato, togliendogli il piacere di una imprecazione ben piazzata.

Non riesce a rientrare ai box che sente la gola gonfiarsi e stenta a riprendere fiato, non ha la forza di completare la manovra per parcheggiare la sua monoposto. Si fa aiutare dai meccanici ad uscire dalla macchina, non ne avrebbe la forza, gli tolgono il casco mentre una mano compare da dietro e gli inietta un intramuscolare: tutti nel box sapevano e già erano pronti ad intervenire anche in un eventuale cambio gomme, se la crisi fosse avvenuta in gara, per permettergli di terminarla.

Sebastian si riprende lentamente: questa però è stata la crisi di asma più brutta che avesse mai provato. Ricordando le parole del dottore si guarda intorno ma ricorda subito che i sintomi erano iniziati durante il giro: qualcosa in pista, chissà cosa!

Esce dal box e starnutisce mente la macchina di Lewis entra nel box affianco al suo. Ricorda la manovra strana che l'avversario fece poco prima in pista e gli sembra ora di ricordare un comportamento simile anche due settimane prima.

Lo assale un sospetto fortissimo sulla macchina del suo collega ma deve controllare di persona: non può confidarsi con alcuno perché lo prenderebbe per pazzo. Magari questa notte potrebbe fare un salto al paddock.

La sera continua a non sentirsi bene e non ha la forza di alzarsi dal letto per fare il sopralluogo al box dell'avversario come aveva deciso: uno sforzo troppo grande solo per una malsana fissazione.

Il giorno dopo, durante le qualifiche continua a riflettere su Lewis ed invece di provare a migliorarsi al cronometro, pensa a come stare lontano dalla sua macchina. E così che si ritrova in seconda fila ma almeno non soffre come il giorno prima.

Sente nuovamente salirsi dentro il sospetto… questa sera deve fare assolutamente il sopralluogo.

Dopo cena saluta Mark e gli altri ragazzi e gli dice che va a riposare ma, appena uscito dalla sala, si dirige all’uscita dall’albergo e prende lo scooter. Arrivato fuori dal suo box, alza metà saracinesca, si gira per controllare se c’è qualcuno in giro. Si sposta al box in fianco e tira su la saracinesca quanto basta per entrare. E’ buio, molto buio, e non può accendere nessuna luce, neppure il display del suo iPhone, per paura di farsi scoprire. E’ così che comincia a muoversi tastando un po’ ovunque. Toc, Toc, Toc, Tuc….. Tuc… rumore di fibra di carbonio che ben conosce: una monoposto, quella di Lewis? Comincia a girargli intorno sempre usando il tatto per orientarsi: a un certo punto si accorge che la scocca finisce e questo lo sbilancia in avanti facendolo finire con le mani nel motore unto e si attacca inavvertitamente ad un tubicino torcendolo. Prova a ritoccare per capire i danni che ha fatto ma al tatto non gli sembra di aver combinato guai grossi.

Sente un rumore all’esterno; preso dal panico si alza di scatto: non può farsi scoprire lì dentro. Si alza in piedi e cerca di recuperare l’uscita il più in fretta possibile ansimante; sbatte contro un carrello di attrezzi causando un rumore per lui assordante. Qualcosa cade in terra e cerca di rimetterlo sul carrello.

Si gira di un quarto di giro e ricomincia a correre. Sbatte contro al muro e sente cadere dei fogli; si abbassa a raccoglierli: è un calendario; cerca di trovare la testa per riappenderlo al muro; chissà se è dritto. “Vai corri, esci subito da qui” continua a ripetersi sbattendo un po’ ovunque seguendo quella flebile luce che si intravede dalla saracinesca leggermente alzata.

Uscito si alza in piedi, si guarda intorno e non vede nulla. Nulla!!! Neppure il suo scooter. Qualcuno gliel’ha fottuto… Maledetto. Ma non è il furto che lo preoccupa bensì i venticinque chilometri che lo separano dal suo albergo… e non può chiamare nessuno altrimenti come fa a spiegare perché è lì e non in camera?

Chiude entrambe le saracinesche e si avvia mestamente nel buio della via del ritorno, sicuro che il giorno dopo avrebbe pagato le ore di sonno perse per questo maledetto sospetto. Ma fece appena un passo in direzione del box di Lewis che, Etciù!, gli salì uno starnuto in gola…

John Bellanton
Casanova Team Project

4 commenti:

John Bellanton ha detto...

958 parole. Cri, che dici... era meglio dividerlo in una trilogia?

Cristiano ha detto...

Bellissimo, abbiamo una spy story nel De Angelis; mi domando se la Mercabelli non centri qualcosa in tutto questo, vista la sua ultima vittoria...

Ciao, ciao.
Cristiano

Damiano ha detto...

a questo punto la domanda nasce spontanea: chi ha rubato lo scooter di vettel?

Enrico ha detto...

bello! io lo proporrei al premio strega..