La stagione F1 2013 sta sempre più
focalizzando l’attenzione degli appassionati sulla questione delle gomme, sul
loro consumo e sul diverso sfruttamento che ne sanno fare team e piloti. La mia
sensazione è che la questione delle coperture, pur essendo solamente una delle
tante componenti basilari di questo sport, stia distogliendo un po’ troppo la
scena da altri aspetti della competizione.
Personalmente, forse per deformazione
professionale, sposo maggiormente il pensiero di chi dice che, a fronte dell’invarianza
delle specifiche iniziali valide per tutti i concorrenti, ognuno di loro ha
avuto modo di sviluppare la macchina per il campionato 2013 secondo i propri
mezzi e le proprie convinzioni e, come succede in ogni ambito lavorativo, c’è
stato chi è riuscito a mettere a punto una soluzione in grado di rendere meglio
di quella di altri.
Non condivido infatti le osservazioni
di chi sostiene che le gomme del 2013 castrino l’abilità dei piloti e la resa
delle vetture. Volendo fare le pulci non si può, per esempio, essere sorpresi del fatto che le Mercedes
accusino un’usura molto accentuata quando questo è il quarto anno consecutivo
che il team tedesco presta il fianco a tale difetto. Non mi si dirà mica che
ciò è colpa di Pirelli, no? Poi non mi si faccia per cortesia la frigna sulle RedBull
incapaci di esprimersi per colpa delle gomme, quando è ben noto anche ai sassi
il fatto che si tratta di macchine che storicamente dell’intrinseco elevato
carico aerodinamico hanno fatto il punto di forza nelle stagioni passate. Si tratta
in questo caso di una convinzione progettuale radicata nel team, un credo a cui
si sono votati da tempo. E qui, pur sapendo che le gomme 2013 avrebbero avuto
dichiaratamente una durata inferiore a quelle degli anni precedenti, è evidente
che non si è provveduto ad adattare opportunamente il mezzo alle nuove specifiche.
Così come non posso credere che sia stata una sorpresa il fatto che la Lotus sia
particolarmente dolce con i pneumatici o che la Ferrari, dopo anni di stenti,
abbia finalmente azzeccato un progetto.
In merito alla gara di Barcellona, a
seguito della quale da più parti si è sentito gridare allo scandalo per il
numero di soste a cui abbiamo assistito, vorrei far notare che Raikkonen è
giunto 2° al traguardo effettuando 3 soste (esattamente come nel 2012 quando
era arrivato 3°), che Rosberg è giunto 6° dopo aver effettuato 3 soste
(esattamente come nel 2012 quando era arrivato 7°), che Button è giunto 8° al
traguardo effettuando 3 soste (esattamente come nel 2012 quando era arrivato 9°)
e che Vettel, udite udite, è giunto 4° al traguardo effettuando 4 soste (esattamente
come nel 2012 quando invece era arrivato 6°).
Si aggiunga poi che Rosberg, come
detto, si è classificato 6° arrivando dietro alle 2 Ferrari, alle 2 Red Bull ed
alla Lotus di Raikkonen, mettendosi poi alle spalle entrambe le McLaren. Realisticamente
volete dirmi che qualcuno si aspettava qualcosa di più da lui e dalla sua
macchina e che questo risultato è stato deludente? Ma dai andiamo!
In conclusione voglio aggiungere una
rapida analisi sul numero di cambi gomma che in questa stagione si sono visti,
in confronto a quelle del 2012, nelle varie gare sin qui disputate:
-
Sia
a Melbourne che a Shangai vi sono stati mediamente tra i 2 e i 3 pit-stop, quindi niente di nuovo;
-
A
Sepang le soste sono state generalmente 3 o 4, ma l’anno scorso ha diluviato,
quindi non c’è materia per il confronto;
-
In
Bahrain quasi tutti hanno fatto 3 soste eccezion fatta per DiResta, giunto 4°
ad un soffio dal podio, che ne ha fatte solo 2. Ma sostanzialmente tutto è
andato come nel 2012.
E perciò? Di che cos'é che si va blaterando tanto?
E perciò? Di che cos'é che si va blaterando tanto?
È chiaro quindi che a parità di mescola alcune piste risultano più abrasive di altre e ovviamente offriranno una resa diversa; deve essere anche chiaro però che, se per regolamento imposto, le gomme si possono testare in pre-stagione a Gennaio/Febbraio su piste europee, non si può prevedere con esattezza come esse si comporteranno d’estate solo il solleone. Esisterà per forza di cose un certo margine di ignoto e imponderabile. Intendo dire che sarebbe anche il caso di dare un po’ più di credito al lavoro svolto dal gommista (con competenza, in buona fede ed in ottemperanza alle richieste dell’organizzazione) anziché puntargli con disprezzo il dito contro, surfando sull’onda delle lamentele di taluni addetti ai lavori che, ben consci del reale stato delle cose, per onestà intellettuale non dovrebbero nemmeno aprir bocca.
Alessandro
Team Bielle Roventi
Campionato Senna
Dei tre stravolgimenti maggiori di questi anni ,vale a dire Kers , Gomme arabiche e Ala mobile, devo dire che quella che mi da realmente fastidio e' l'ala mobile.
RispondiEliminaIl motivo e' semplice: Le altre due sono cose che hanno tutti i team e che possono usare anche nello stesso identico momento di gara.
L'ala mobile e' "quell' aiutino" che secondo me ammazza (o meglio banalizza ) lo spettacolo perche' uno puo' usarlo mentre l' altro lo deve subire.
Grande articolo Ale, l'isterismo di facciata di certi team mi ha frantumato gli zebedei.
RispondiEliminaÈ bene che qualcuno smetta le ali e torni coi piedi e con il ditino per terra.