Campionati

domenica 21 novembre 2010

FERRARI: UN DISASTRO ANNUNCIATO?

Sebastian Vettel vince inaspettatamente il Mondiale 2010 sotto le montagne russe del Ferrari World, e subito si scatena la caccia al colpevole della disfatta Rossa. L’incredulità generale crea il caos. Ora, a mente fredda, si può analizzare quello che è successo al netto degli isterismi e degli insulti al muretto. E’ un tracciato dove si sa che il sorpasso è argomento da Playstation. La parte mista è troppo fitta di curve e controcurve ad angolo retto per tentare un azzardo. I due rettilinei chilometrici partono da un tornante il primo e da una chicane il secondo e, a meno di un errore in accelerazione di chi sta davanti, tentare il sorpasso non è facile. Sono stati solo quattro nel 2009, infatti.

Il primo errore della Ferrari è optare il sabato per una soluzione aerodinamica più carica, per sfruttare più la parte mista a scapito di quella veloce. Ma non è stata valutata la possibilità di poter essere, per qualche motivo, nel traffico la domenica e questo ha inciso tantissimo sul risultato finale. Con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte, ma con una monoposto più veloce sul dritto l’attacco a Petrov sarebbe stato più probabile. Considerato il talento di Alonso, avrebbe resistito bene nel misto per potersi lanciare all’attacco in fondo ai due dritti. Anche se, ricordiamo, dopo Petrov sarebbe stato necessario superare anche Kubica e Rosberg, che non sono proprio due debuttanti.

Il secondo errore, primo della domenica, è proprio di Fernando. L’ennesima partenza sbagliata dell’anno. Le partenze ormai sono gestite da software e infatti prima della partenza ci vuole il libretto di istruzioni del il volante per completare la sequenza che attiva la procedura di start.
Fatto sta che mantenere la terza posizione avrebbe garantito un distacco ben più ampio da Webber prima della disgrazia, e, forse, al muretto si sarebbero comportati diversamente. Che quello di Stella, Dyer e (per responsabilità oggettiva) Domenicali sia un errore, è senza ombra di dubbio.

La questione ruota attorno ad una domanda: al muretto Ferrari si erano accorti del fatto che Petrov e Rosberg avessero cambiato da morbide a dure al primo giro e che quindi avrebbero proseguito fino alla fine senza problemi?

Ipotesi 1: Nel marasma della Safety Car non viene annotato dal muretto Ferrari che la Renault e la Mercedes passano da gomme morbide a dure e che possono potenzialmente finire la gara. I due non vengono considerati completamente, e ci si accorge di loro una volta completata la sosta di Alonso. Questa possibilità sembra la meno probabile. E’ assurdo pensare che gli Ingegneri di pista non se ne siano accorti e il pubblico sì, anche considerato il fatto che sui monitor con il Live Timing ufficiale vengono segnalate le soste dei vari piloti. Quindi, tra il primo e il quindicesimo giro (venti minuti di gara, più o meno), ci sembra francamente impossibile che più persone non se ne siano rese conto.

Ipotesi 2: Il muretto sa bene che Rosberg e Petrov sono rientrati. Nonostante questo, Stella e Dyer si preoccupano più di Webber che di Vettel e pensano che Mercedes e Renautl siano entrambi ostacoli facilmente superabili da Alonso, che avrà un passo notevolmente superiore una volta uscito con gomme più fresche di 15 giri. Se fosse questo il caso, si configura il peccato di presunzione e non sarebbe nemmeno la prima volta, perchè considerato che questo tracciato si conosce dall’anno scorso, nel quale i sorpassi si erano contati sulle dita di una mano; che al sabato viene scelta la configurazione ad alto carico sulle due Rosse ed infine che la Renault in rettilineo è una delle più veloci grazie al suo F-Duct: la logica conseguenza è che Alonso resta alle spalle di Petrov fino alla fine, così come Massa alle spalle di Algersuari.

C’è anche da dire che, dalle simulazioni svolte nei primi due giorni, pareva che le gomme morbide avessero una durata molto limitata. E quindi anche questo dettaglio potrebbe aver portato alla decisione di far rientrare Fernando subito dopo Massa e Webber. Salvo poi vedere come Button abbia continuato con la stessa mescola per quasi 40 giri senza problemi. Anche se il buon Jenson tratta le gomme come forse nessun altro pilota attuale sa fare.

L’errore comunque rimane, in qualsiasi ipotesi si sia svolto il tutto. E, agli occhi di tutti, è stato quello decisivo. Anche se è giusto ricordare che se gli Ingegneri di pista ci hanno messo del loro, anche il pilota di punta non è stato esente da errori.

E’ stata infatti esaltata la rimonta di Fernando sulla testa della classifica. Anche se, e qui apriamo una parentesi, è sembrata tale nei confronti di Webber. Perchè rispetto a Vettel, Alonso ha raccolto solo quattro punti in più, 111 a 107, e in Corea per il tedesco sarebbero stati altri 25 senza il ritiro.

Dicevamo, esaltazione della rimonta e ci sta, perchè è stata comunque entusiasmante. Ma la Numero 7 non ha corso solo dal Gp d’Italia e anzi, fino a Spa il 2010 di Alonso non poteva certo essere considerato al pari della sua fama.
Il distacco finale in classifica così esiguo da Sebastian, soli 4 punti, pone il dito su almeno tre o quattro occasioni nelle quali Fernando ha buttato al vento punti importantissimi, e non per pecche della Ferrari.
Il problema delle strategie in Ferrari non è novità di quest’anno. E’ infatti da quando il blocco Schumacher/Todt/Brawn ha lasciato che è cambiato qualcosa, e purtroppo in negativo. Prima Raikkonen, poi Massa e quest’anno Alonso sono stati vittime negli anni di alcune strategie “fantasiose”. La difficoltà peggiore, poi, pare essere quella di azzeccare le scelte quando le condizioni del tempo sono poco stabili. Limitandoci al 2010, in Malesia le due Rosse sono rimaste fuori dalla Q1 per essere state fatte entrare tardi in pista, quando ormai pioveva e non si poteva fare più niente per migliorare i tempi. Come abbiamo già ricordato, a Silverstone Domenicali e compari sono stati poco incisivi nei confronti di Alonso, quando sarebbe stato utile essere tempestivi e farlo rallentare per farsi risorpassare da Kubica. Non pensiamo ci sia bisogno di dire ancora qualcosa di più su Hockenheim, dove si è rischiato davvero tanto e comunque l’immagine della Ferrari ha risentito della figuraccia Mondiale via Team Radio. Purtroppo, però, la tattica di Abu Dhabi rimarrà nella memoria come quella peggiore, per modi e tempi di esecuzione.

Non sappiamo cosa succederà ora in Ferrari. Se, cioè, qualcuno pagherà per quanto successo domenica. E’ la conclusione probabilmente più logica vista la figura rimediata dal Cavallino. Anche se forse non è moralmente la più corretta. Perchè, se è vero che “si vince insieme, si perde insieme”, forse è giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità senza cercare un capro espiatorio. Soluzione molto semplice per pulirsi la coscienza, ma non per risolvere i problemi.

Sergio

team Shadow


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